E’ la domanda che ci siamo sentiti rivolgere spesso in questi giorni, 8 giorni, seguiti ad un fatto gravissimo che ha colpito la casa che More ha in gestione e che ospita da due anni 12 giovani africani e asiatici richiedenti asilo.
Perché? Non lo sappiamo. Chi agisce alle 3:30 della notte non ha ragioni trasparenti da offrire.
Sappiamo quello che ci hanno raccontato loro, i ragazzi, svegliati nella notte e fatti uscire dai vigili del fuoco e dalle forze dell’ordine: il sentimento assurdo che, dopo esser fuggiti dalle violenze in patria e in Libia, nemmeno qui fosse possibile trovare pace e futuro.
Sappiamo quello che è avvenuto in questi giorni, la grande testimonianza di solidarietà che è arrivata ai “fratelli profughi” in mille forme da persone amiche. Non siamo riusciti a contare i messaggi e le telefonate, le visite e i doni. Pian piano quel ricordo si allontana e rimane questa grande solidarietà.
Per chi volesse saperne di più, ecco qualche articolo dei quotidiani locali, a cominciare dall’editoriale di Vincenzo Passerini:
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