Dopo l’entrata in vigore a novembre 2018 delle nuove norme del cosiddetto “Decreto sicurezza” per molti nostri amici si prospettava la possibilità di … finire sotto un ponte!
Ecco perché la nostra associazione si è fatta promotrice della costituzione di un comitato di persone “reattive”! Ecco di seguito il Comunicato Stampa con cui ne è stata data notizia alla popolazione delle nostre Giudicarie (e non solo).
Ci sono persone tra noi attratte dalle storie di cui l’altro è portatore. È un desiderio di compartecipazione alla vita di chi ci sta accanto, un bisogno di incontro per rendere le proprie vite più ricche di senso. L’altro è chi incontriamo quotidianamente, ma può essere anche il “nuovo altro”.
In questi anni, con l’arrivo di alcuni richiedenti asilo politico dall’Asia e dall’Africa, molti giudicariesi si sono trovati, per scelta o per caso, ad interessarsi alla vita passata e presente di persone di cui solo poco prima non immaginavano neppure l’esistenza. Per questo, all’entrata in vigore del decreto-legge 4 ottobre 2018, n. 113, in materia di protezione internazionale e immigrazione, molti si sono chiesti cosa succederà a coloro che avevano imparato a conoscere, avendo in mente i singoli casi di persone che sono ancora in attesa di avere una risposta alla loro domanda di asilo politico. È a partire dalle concrete esperienze maturate a fianco di chi era ed è nei progetti gestiti da Cinformi, che molti cittadini hanno manifestato la loro contrarietà alla chiusura dei corsi di lingua e cultura italiana, alla riduzione del supporto legale e socio-assistenziale, alla preclusione ad un supporto per la ricerca lavoro. Ci si è chiesti come possa fare una persona che non parla bene l’italiano, a districarsi tra la burocrazia, il sistema legale, la ricerca del lavoro e della casa….ci si è chiesti che senso abbia abbandonare a se stesse persone che già stanno sul nostro territorio, che senso abbia privarle degli strumenti che facilitano l’integrazione, l’indipendenza e la sicurezza.
Da alcune associazioni giudicariesi e da persone singole sono partite le prime richieste di maggiori informazioni e chiarimento; allo stesso tempo molti hanno palesato la disponibilità per attivarsi e colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni. Sono stati quindi organizzati incontri informativi dove vari professionisti legati al sistema accoglienza hanno fatto del loro meglio per aggiornare i volontari sui vari cambiamenti. Alcune risposte sono rimaste però inevase proprio perché la novità del decreto non ha permesso un aggiornamento specifico e univoco nemmeno ai vertici del sistema accoglienza, o per lacune del testo legislativo stesso.
Quindi proprio dal mondo associazionistico, fino a questo momento operante su specifiche aree delle Giudicarie, è nata l’esigenza di un tavolo di lavoro che dia la possibilità di confrontarsi, metta a disposizione e in condivisione le risorse e le conoscenze acquisite, faccia conoscere ai cittadini l’esistenza di una realtà positiva, generativa, concreta e partecipativa, supporti con forza l’idea che favorire l’integrazione è necessario e positivo per tutti, anche per noi Italiani.
Nasce così a Tione, un coordinamento attivo per tutte le realtà associative che si occupano di accoglienza sul territorio delle Giudicarie: il Comitato Sopra il Ponte.
Presenti al primo incontro rappresentanti di Vite Intrecciate, della Cooperativa Cluster, dell’Associazione More, del gruppo accoglienza di Caderzone, del gruppo di volontari che si occupa dei ragazzi richiedenti asilo del Banale, dei datori di lavoro di alcuni ragazzi accolti prima del decreto vigente, privati cittadini ed amici dei ragazzi accolti a Cares, a San Lorenzo, a Roncone e tante altre realtà associative più o meno conosciute ma anch’esse impegnate quotidianamente sullo stesso fronte.
Il nome “Comitato Sopra il Ponte” nasce da una semplice constatazione: il nuovo decreto aumenterà esponenzialmente le file dei disperati che stazionano sotto i ponti, disperati a cui si stanno precludendo le opportunità di lavoro, di residenza, di inclusione sociale…quale sarà il destino di tutta questa gente se non sotto i ponti? Davvero pensiamo che basti un decreto restrittivo per impedire alla gente di rimanere sul territorio nazionale? Così è nata semplicemente l’idea di ”Sopra il Ponte”, affinché l’aiuto della nostra rete non costringa mai nessuno a trovare riparo nelle arcate sottostanti. Se qualcuno avesse il desiderio di partecipare o volesse maggiori informazioni può contattarci all’indirizzo mail: associazionemore@gmail.com
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